EEAT è un concetto usato da Google per valutare la qualità dei contenuti online.

L’acronimo sta per Experience, Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness, che in italiano significano Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità.
In poche parole, Google utilizza questi quattro elementi per capire se un contenuto è utile, affidabile e scritto da qualcuno che sa di cosa parla.
Quando cerchi qualcosa su Google, l’obiettivo del motore di ricerca è mostrarti risultati veri, chiari e basati su fonti autorevoli.
Ecco perché l’EEAT è così importante: aiuta Google a scegliere i siti e gli articoli che offrono informazioni di valore, distinguendoli da quelli poco precisi o scritti solo per “piacere agli algoritmi”.
Negli ultimi anni si parla molto di EEAT nel mondo SEO, ma non serve essere esperti per capirne l’utilità: significa semplicemente creare contenuti di qualità, scritti da persone competenti e trasparenti, che offrano risposte reali ai bisogni degli utenti.
1. Cosa significa davvero EEAT e perché è così importante
L’EEAT di Google è un insieme di criteri che aiutano a valutare la qualità e l’affidabilità di un contenuto online.
L’acronimo significa Experience (Esperienza), Expertise (Competenza), Authoritativeness (Autorevolezza) e Trustworthiness (Affidabilità).
Questi quattro elementi servono a Google per capire se un sito o un articolo meritano di essere mostrati nei primi risultati di ricerca. In pratica, più un contenuto è scritto da persone esperte e affidabili, più sarà apprezzato anche dagli algoritmi di Google.
2. Perché Google ha aggiunto una seconda “E” di Experience
La “E” di Experience, cioè Esperienza, è stata aggiunta da Google per dare più peso ai contenuti scritti da persone reali con esperienza diretta.
Non è un caso che questa novità sia arrivata proprio mentre l’intelligenza artificiale (come ChatGPT) iniziava a generare testi automaticamente. Con questo aggiornamento, Google ha voluto chiarire che i contenuti autentici, nati da esperienze vissute, hanno un valore maggiore rispetto a testi generici o scritti da macchine.
3. I 4 pilastri dell’EEAT spiegati in modo semplice
Esperienza (Experience)
Google premia i contenuti scritti da chi ha vissuto in prima persona l’argomento di cui parla. Ad esempio, un medico che descrive un trattamento o un viaggiatore che racconta un itinerario reale offrono un valore unico e autentico.
Competenza (Expertise)
La competenza si dimostra con conoscenze approfondite e aggiornate. Un autore esperto sa usare i termini giusti, cita fonti verificate e tratta l’argomento in modo completo. Questo aumenta la fiducia dei lettori e di Google.
Autorevolezza (Authoritativeness)
Essere autorevoli significa avere riconoscimento nel proprio settore. Google considera autorevoli quei siti o autori che vengono citati, linkati o menzionati da altre fonti affidabili. Più persone riconoscono il tuo valore, più Google tenderà a fidarsi dei tuoi contenuti.
Affidabilità (Trustworthiness)
L’affidabilità è il punto più importante. Riguarda la trasparenza e la veridicità delle informazioni. Fonti chiare, dati verificabili e un linguaggio onesto aiutano a costruire fiducia. Anche avere una pagina “Chi siamo” dettagliata o recensioni reali contribuisce a rafforzare il Trust.
4. Come migliorare l’EEAT del tuo sito
Non esiste un pulsante magico per aumentare l’EEAT, ma ci sono strategie efficaci:
Scrivere testi chiari, accurati e sempre aggiornati.
Citare fonti autorevoli e collegare contenuti tra loro.
Mostrare esperienze reali o casi studio.
Presentare chiaramente chi è l’autore e le sue competenze.
Curare la trasparenza e la reputazione del sito nel tempo.
L’obiettivo è offrire contenuti utili e autentici, che aiutino davvero chi cerca informazioni.
5. EEAT e argomenti sensibili: i siti YMYL
Google presta un’attenzione particolare ai contenuti chiamati YMYL (Your Money or Your Life), cioè quelli che riguardano salute, finanza, sicurezza o benessere.
In questi casi, un’informazione sbagliata può avere gravi conseguenze nella vita reale, quindi l’EEAT diventa ancora più importante. Ad esempio, un consiglio medico o finanziario deve provenire da professionisti qualificati e non da fonti generiche o anonime.
6. EEAT e SEO: il punto di incontro
L’EEAT è strettamente legato alla SEO perché Google vuole offrire risultati utili e affidabili.
Un contenuto che rispetta i principi EEAT:
soddisfa meglio le intenzioni di ricerca,
migliora la reputazione del sito,
aumenta il tempo di permanenza degli utenti,
e ottiene migliori posizionamenti nel tempo.
In sintesi, scrivere per le persone e non per gli algoritmi è la strategia più efficace per costruire fiducia e visibilità duratura.
→ Guarda le linee guida di Google sui contenuti utili
Come dimostrare l’EEAT sul tuo sito
EEAT è un concetto che aiuta a capire quanto un sito o un articolo siano affidabili e di qualità. Per Google, ogni contenuto dovrebbe mostrare esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità.
Non esiste un punteggio magico EEAT: non basta “aggiungerlo” al sito, ma serve creare contenuti che aiutino davvero le persone e siano scritti con chiarezza, senza termini troppo complicati o gergali.
Perché EEAT non è una soluzione miracolosa
EEAT da solo non garantisce il primo posto su Google. Significa piuttosto pubblicare contenuti che educano, coinvolgono e danno fiducia ai lettori. Se il sito dimostra serietà, competenza e trasparenza, Google lo noterà e lo posizionerà meglio nel tempo.
Ciò include:
Ricercare informazioni accurate e aggiornate.
Usare fonti affidabili e citare esperti.
Mostrare chiaramente chi scrive e le sue competenze.
Offrire un sito sicuro, facile da navigare e accessibile a tutti.
Esperienza (Experience)
Google valuta se chi scrive ha esperienza diretta con l’argomento.
Per esempio:
Un travel blogger ha davvero visitato il luogo di cui scrive?
Un recensore di prodotti li ha realmente provati?
Parole come “Ho provato questo prodotto…” o “Durante il mio viaggio…” aiutano a mostrare autenticità. I contenuti generati solo da intelligenza artificiale non possono avere questa esperienza vissuta, quindi è importante trasmettere il lato umano del tuo lavoro.
Un esempio pratico è il nostro blog Leggere ti porta in alto, gestito da me e mia moglie Federica. Qui raccontiamo itinerari in montagna, cammini e avventure outdoor, condividendo le nostre esperienze reali a passo lento e portando ai lettori contenuti autentici e vissuti sul campo.
Competenza (Expertise)
La competenza riguarda quanto l’autore conosce bene l’argomento.
Chi scrive è un esperto riconosciuto?
Ha titoli, certificazioni o esperienza comprovata?
Un sito che dimostra competenza dà ai lettori informazioni complete e precise, aumentando la fiducia. Anche una buona struttura del sito, con pagine autore ben dettagliate, aiuta a comunicare competenza a Google.
Autorevolezza (Authoritativeness)
L’autorevolezza indica quanto il sito o l’autore sono riconosciuti come punti di riferimento nel settore.
Google guarda quante fonti affidabili linkano al tuo sito.
Contano anche menzioni sui social o citazioni da esperti.
Un sito autorevole viene percepito come affidabile e rispettato, e questo è un fattore importante per il posizionamento.
Affidabilità (Trustworthiness)
L’affidabilità è il pilastro più importante. Significa che il contenuto è corretto, onesto e sicuro.
Per esempio:
Un negozio online deve avere pagamenti sicuri e servizio clienti affidabile.
Una recensione di un prodotto deve essere veritiera e utile per chi legge.
Articoli su salute o finanza devono essere accurati, perché informazioni sbagliate possono danneggiare le persone.
Anche la sicurezza del sito, come una connessione HTTPS valida, fa parte della fiducia che Google e gli utenti percepiscono.
Cosa dice Google sulle pagine di qualità
Le linee guida di Google spiegano chiaramente:
Controllare l’esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità dell’autore.
Valutare la reputazione del sito e dei suoi creatori.
Considerare se il contenuto è utile o se serve solo a manipolare il motore di ricerca.
In pratica, Google premia i contenuti che aiutano davvero le persone, indipendentemente dal tipo di sito: blog, notizie, forum o siti di recensioni.
La storia dell’EEAT
Il concetto di EEAT nasce da EAT, introdotto da Google nel 2014.
All’epoca, Google voleva capire quali siti offrivano contenuti di qualità affidabile e aiutassero davvero gli utenti.
I valutatori umani, detti quality raters, analizzavano manualmente le pagine per:
capire lo scopo reale della pagina;
verificare se il contenuto era utile e corretto;
controllare competenza, autorevolezza e affidabilità (E-A-T) dell’autore e del sito.
Google spiegava che:
Pagine con un fine utile dovevano mostrare molta competenza, autorevolezza e affidabilità.
Pagine senza utilità reale, o che diffondevano disinformazione, odio o contenuti ingannevoli, dovevano avere il rating più basso.
Anche siti di gossip, forum, moda o umorismo potevano avere E-A-T elevato se fornivano contenuti affidabili o contributi di esperti.
L’evoluzione verso EEAT
Con il tempo, Google ha aggiunto la prima E di Experience (Esperienza), perché la prospettiva vissuta dell’autore è diventata sempre più importante.
Questo significa che non basta essere competenti: bisogna anche avere esperienza diretta sull’argomento.
Per esempio:
Una persona che scrive recensioni di hotel deve averci realmente soggiornato.
Un esperto di fitness deve aver applicato personalmente i consigli o programmi di allenamento.
L’EEAT aiuta quindi Google a distinguere tra contenuti scritti da persone reali esperte e testi generici o automatizzati.
Come Google usa le valutazioni dei raters
I feedback dei quality raters non influenzano direttamente il ranking di una pagina, ma vengono usati dagli algoritmi di Google per:
imparare quali contenuti sono di qualità,
identificare schemi per riconoscere siti affidabili,
migliorare il posizionamento dei contenuti utili nel tempo.
In pratica, seguire EEAT significa creare contenuti che piacciono sia agli utenti sia a Google, aumentando la visibilità e la fiducia nel sito.
Ricapitolando
2014: nasce EAT (Competenza, Autorevolezza, Affidabilità).
Poi: aggiunta Experience → diventa EEAT.
L’obiettivo resta lo stesso: aiutare gli utenti fornendo contenuti utili, veri e affidabili.
Anche siti di intrattenimento, forum o blog possono avere EEAT alto se dimostrano qualità e fiducia.
Cosa significava E-A-T per Google
La sigla E-A-T è stata introdotta da Google per valutare la qualità delle pagine web. Le lettere significano:
E – Expertise (Competenza/Esperienza): indica quanto l’autore conosce bene l’argomento di cui scrive;
A – Authoritativeness (Autorevolezza): misura quanto l’autore o il sito siano riconosciuti come affidabili nel loro settore;
T – Trustworthiness (Affidabilità/Fiducia): valuta quanto le informazioni siano veritiere e il sito affidabile.
Google voleva così proteggere gli utenti da contenuti di bassa qualità o addirittura dannosi e far emergere quelli corretti e verificabili, soprattutto per argomenti delicati come salute, finanza o sicurezza.
Expertise / Competenza
L’expertise riguarda la conoscenza e l’esperienza dell’autore rispetto al tema trattato.
Un articolo scientifico o medico di una fondazione o istituzione qualificata avrà un punteggio alto.
Una storia personale, ad esempio di chi convive con una malattia, può essere molto utile e dimostrare competenza pratica.
Google valuta sempre il contesto e se il contenuto soddisfa le esigenze degli utenti.
Authoritativeness / Autorevolezza
L’autorevolezza misura quanto l’autore o il sito siano noti e rispettati nel loro campo.
Si basa su segnali esterni come link di qualità, citazioni, menzioni o premi.
Google considera anche metriche di notorietà e rilevanza dell’autore o del sito per capire quanto siano affidabili.
Trustworthiness / Affidabilità
L’affidabilità riguarda la fiducia che gli utenti possono avere nel contenuto e nel sito.
Google valuta se le informazioni sono corrette, oneste e verificabili.
Per esempio, il Better Business Bureau (BBB) è un’organizzazione che raccoglie informazioni sulle aziende e aiuta a capire se un sito è affidabile.
Indicazioni pratiche per i siti
Google dava anche consigli specifici per alcuni settori:
Medicina: contenuti creati da esperti o organizzazioni certificate, aggiornati regolarmente.
News: articoli professionali e basati su fatti, con processi editoriali solidi.
Scienza: contenuti basati su competenze scientifiche e consenso accettato.
Finanza, legale, fiscale: fonti affidabili e aggiornate regolarmente.
Hobby e consigli pratici: contenuti scritti da esperti o con esperienza dimostrabile.
In breve
Anche per temi più leggeri, come hobby o viaggi, è importante dimostrare competenza, autorevolezza e affidabilità attraverso il contenuto. Non serve essere perfetti, ma far capire agli utenti e a Google che il contenuto è serio e utile.
L’importanza dell’E-A-T per Google e i temi sensibili
Google utilizza i criteri Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità (E-E-A-T) per valutare la qualità dei contenuti e capire quali pagine meritano di posizionarsi in alto nei risultati di ricerca o comparire in Google Discover.
Il peso di EEAT è particolarmente rilevante per i contenuti YMYL (“Your Money or Your Life”), ovvero quelli che possono influenzare aspetti importanti della vita delle persone, come salute, finanza o sicurezza. Google vuole assicurarsi che gli utenti trovino informazioni affidabili e corrette, evitando consigli fuorvianti o potenzialmente dannosi.
Per la parte “Money”: siti e pagine che permettono acquisti, pagamenti online o forniscono consigli finanziari devono dimostrare autorevolezza e affidabilità.
Per la parte “Life”: pagine su salute, medicina, legale o questioni civiche devono garantire contenuti accurati e di qualità.
Un elemento chiave è distinguere tra Experience ed Expertise: l’esperienza personale può essere utile in alcuni casi, ma in altri serve sempre un riferimento oggettivo e qualificato.

EEAT e SEO: cosa significa per le pagine web
Per posizionarsi bene su Google, un sito deve mostrare alto livello di EEAT, perché il motore di ricerca cerca di proteggere l’utente e offrirgli contenuti realmente utili.
Tuttavia:
EEAT non è un fattore di ranking diretto, ma un indicatore di qualità che guida l’algoritmo.
Non esistono punteggi numerici o metriche precise; Google cerca segnali percepiti dagli utenti come affidabili.
Migliorare EEAT significa quindi allineare i contenuti a questi segnali, non applicare semplici interventi tecnici.
I quality rater esaminano le pagine valutando se i contenuti sono leggibili, utili e affidabili. Questi feedback servono a Google per migliorare l’algoritmo, non per dare voti a singoli siti.
Chiarimenti ufficiali di Google
John Mueller di Google ha più volte ribadito che:
L’E-E-A-T non si ottimizza con dati strutturati o meta tag, ma richiede un lavoro più ampio e lungo per dimostrare affidabilità e competenza.
Il paradigma EAT non è un requisito tecnico da applicare al sito; serve a garantire contenuti di qualità e una buona esperienza utente.
Si possono anche fare test con gli utenti per capire se percepiscono il contenuto come affidabile e credibile.
In sostanza, EEAT è uno strumento concettuale che aiuta a orientare contenuti, autori e siti verso standard di qualità percepita dagli utenti e dai sistemi automatici di Google.
EEAT e l’impatto su Google e sulla SEO
Google usa il concetto di EEAT da oltre 10 anni per capire quali siti offrono contenuti affidabili e utili. Non riguarda solo argomenti delicati come salute o finanza, ma qualsiasi tipo di ricerca: Google vuole mostrare prima le fonti più sicure e competenti.
I cosiddetti quality raters – persone che aiutano Google a capire la qualità dei siti – controllano esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità per capire se una pagina risponde bene alle domande degli utenti.
10 idee sbagliate su EEAT
Molti fraintendono EEAT e pensano cose non vere. Ecco le principali:
EEAT non è un algoritmo – Non c’è un algoritmo separato chiamato EEAT, ma Google cerca segnali di qualità legati a questi concetti.
Non esiste un punteggio EEAT – Google non assegna numeri o voti a EEAT.
Non è un fattore di ranking diretto – Non funziona come la velocità del sito o l’uso delle parole chiave: è un indicatore di qualità.
Non tutti i siti devono preoccuparsene allo stesso modo – Siti su hobby richiedono meno EEAT rispetto a siti medici o finanziari.
Biografie degli autori utili ma non decisive – Inserire le informazioni sugli autori aiuta gli utenti a fidarsi, ma non è un fattore tecnico per il posizionamento.
Non solo siti YMYL – Anche siti di ricette o altri settori possono risentire dei core update di Google.
EEAT non è nuovo – È presente nelle linee guida di Google dal 2014.
Il “Medic Update” non è un nome ufficiale – L’aggiornamento del 2018 è chiamato così informalmente.
EEAT richiede tempo – Migliorare la fiducia del sito non porta risultati immediati; ci vogliono mesi di lavoro costante.
EEAT aiuta anche il brand – Migliorare esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità rende il sito più credibile anche agli utenti, non solo a Google.
Cosa significa tutto questo per chi gestisce un sito
Concentrarsi solo su EEAT non basta: servono anche ottimizzazioni tecniche, contenuti chiari e link di qualità.
Per i siti che hanno avuto cali di traffico dopo aggiornamenti di Google, EEAT è solo una parte del problema: bisogna guardare anche l’esperienza utente, la struttura del sito e le prestazioni tecniche.
Migliorare EEAT è un lavoro di lungo periodo: serve tempo per far percepire agli utenti e a Google che il sito è affidabile e competente.
In sostanza, lavorare su EEAT non è solo SEO: aiuta a far capire agli utenti che il sito, i contenuti e chi li scrive sono affidabili e professionali.
Attenzione alle agenzie o webmaster che fanno “keyword stuffing”
Alcune agenzie o webmaster cercano di ottenere rapidamente visibilità sui motori di ricerca inserendo troppe volte le stesse parole chiave all’interno dei contenuti. Questo è un tipico esempio di “keyword stuffing soft”, cioè testi scritti apposta per ripetere parole chiave senza offrire valore reale a chi legge.
Google considera questi contenuti poco utili: gli algoritmi moderni riescono a riconoscere quando un testo è costruito solo per il posizionamento e non per informare o aiutare l’utente. Il rischio è che il sito venga penalizzato o che i visitatori abbandonino la pagina subito, perché il contenuto non soddisfa le loro esigenze.
In sostanza, ripetere parole chiave non è sinonimo di buona SEO: creare contenuti chiari, utili e rilevanti per le persone è sempre più importante per ottenere visibilità duratura e fiducia dagli utenti.
Come i dati strutturati aiutano Google a valutare EEAT
I dati strutturati, o markup Schema, servono a fornire informazioni chiare e organizzate a Google su persone, aziende, prodotti e contenuti presenti sul sito. Non migliorano il posizionamento direttamente, ma aiutano il motore di ricerca a comprendere meglio chi sono gli autori, quali competenze hanno e quali entità (aziende, brand, prodotti) sono coinvolte.
In pratica, inserire correttamente questi dati significa:
Ridurre confusione tra persone o marchi con nomi simili.
Mostrare collegamenti tra il sito e fonti affidabili online.
Evidenziare competenze, certificazioni e esperienze degli autori.
Dare più contesto al contenuto, rendendolo più “comprensibile” per Google.
Per esempio, se un autore condivide informazioni mediche o legali, indicare chiaramente chi è e le sue qualifiche aiuta Google a capire che il contenuto è affidabile. Allo stesso modo, chiarire i rapporti tra brand e prodotti permette al motore di ricerca di valutare meglio l’autorevolezza dell’azienda.
In definitiva, i dati strutturati non sostituiscono la qualità dei contenuti, ma sono uno strumento prezioso per comunicare a Google che il sito e i suoi autori meritano fiducia, rafforzando così l’EEAT percepita.
Segnali EEAT per Google: 8 elementi da aggiungere alle pagine del sito
I dati strutturati possono aiutare a rafforzare la E-E-A-T percepita e, come sottolinea Andrei Prakharevich, ci sono altri otto segnali concreti da aggiungere alle pagine per supportare Google nella valutazione di esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità.
Questi interventi, tuttavia, servono solo da supporto: non basta creare qualche pagina in più o aggiungere informazioni casuali. Il punto di partenza resta sempre la creazione di contenuti di qualità, idealmente scritti da veri esperti; le strategie successive servono a comunicare il valore di questi contenuti a Google, e a trarne vantaggio anche in termini di ranking.
1. Aggiungere (e curare) la biografia dell’autore
Indicare l’autore dei contenuti, anziché il brand o lo “staff”, conferisce maggiore autorevolezza agli articoli.
È buona pratica collegare il nome dell’autore a una pagina biografica sul sito, che può includere:
Foto
Nome completo
Titolo di lavoro
Breve descrizione
Link ai profili social
Esperienza e progetti pubblicati
Altri articoli sul sito
Eventuali link aggregatori (ad esempio Linktree)
Inoltre, è consigliato implementare i dati strutturati: lo schema Article nella pagina dell’articolo e lo schema Person nella pagina biografica, con proprietà sameAs per collegare altri profili dell’autore e aiutare Google a riconoscerlo come entità.
2. Aggiungere una data all’articolo
Anche se Google afferma che la data di pubblicazione non influisce direttamente sul ranking, includere la data originale e l’ultimo aggiornamento è un segnale di trasparenza e aiuta la credibilità, soprattutto per Google News. Lo schema Article può essere usato per evidenziare queste date nei dati strutturati.
3. Uso delle fonti e citazioni
Collegarsi a fonti autorevoli è un modo per dimostrare affidabilità, anche più del semplice accumulo di backlink. Alcune pratiche efficaci includono:
Citare correttamente esperti del settore
Inserire link testuali ben ancorati nel testo
Dare credito a immagini o materiali di terzi
Creare blocchi di riferimenti dedicati alla fine della pagina
Questi blocchi, anche se “noiosi” per l’utente, sono perfetti per soddisfare i criteri SEO e rafforzano l’EEAT.
4. Inserire pagine policy
Le pagine relative a norme, privacy, termini e assistenza clienti aumentano la trasparenza e sono valutate dai quality rater di Google. È utile collegarle nel footer per garantire accesso facile e coerente.
5. Fornire dettagli dell’azienda
Mostrare chiaramente chi c’è dietro il sito contribuisce all’affidabilità. Pagine utili:
About (vision, mission, storia, vantaggi competitivi)
Team
Sede o ufficio
Contatti
Anche qui i dati strutturati, ad esempio lo schema LocalBusiness, aiutano Google a riconoscere e valutare queste informazioni.
6. Gestire i contenuti generati dagli utenti (UGC)
Commenti, recensioni e domande degli utenti possono aumentare la percezione di affidabilità, ma vanno moderati attentamente. Contromisure consigliate:
Prevenire la creazione automatica di account
Moderare e revisionare commenti e recensioni
Bloccare contenuti spam o link dannosi
In questo modo l’UGC contribuisce positivamente all’EEAT senza introdurre rischi.
7. Servire pagine HTTPS
L’uso di HTTPS è un segnale tecnico di affidabilità, incluso nelle linee guida per i quality rater e nella Page Experience. È fondamentale avere un certificato SSL valido e aggiornato regolarmente, anche gratuito tramite Let’s Encrypt.
8. Sfruttare i segnali esterni
Segnali fuori dal sito possono rafforzare il profilo EEAT complessivo. Alcuni esempi:
Profilo backlink naturale e di qualità (no spam)
Scheda Google Business Profile completa e aggiornata
Rispondere alle recensioni e incentivare feedback positivi
La qualità e completezza di queste informazioni sono valutate dai motori di ricerca e dai quality rater come indicatori di affidabilità e autorevolezza del brand.
Se sei arrivato fino a qui, significa che vuoi davvero migliorare la credibilità e le performance del tuo sito web. Applicare correttamente i principi EEAT può fare la differenza tra un sito qualsiasi e un sito che Google riconosce come autorevole e affidabile.
Non basta pubblicare contenuti: serve strategia, dati strutturati, trasparenza e attenzione ai segnali che dimostrano esperienza, competenza e autorevolezza.
Se vuoi portare il tuo sito al livello successivo, posso aiutarti personalmente.
Realizzo siti web, restyling, interventi di accessibilità e strategie SEO su misura per far crescere la tua presenza online. Scopri i miei servizi di Webmaster e Consulente SEO a Roma contattami oggi per migliorare il tuo sito e la tua SEO e fai crescere la tua presenza online.


